Materiali e Parti di un Aquilone

Telaio

è lo scheletro dell’aquilone: possiamo usare bacchette di ramino o di bambù affettati, listelli ricavati smontando una tenda da sole avvolgibile di legno. L’unico requisito è la leggerezza e, in genere, la flessibilità. 
Chiameremo Spina la stecca semirigida disposta come rinforzo sulla vela lungo la direzione del vento, e Traversa la stecca orizzontale che evita la deformazione della vela sotto la pressione del vento; in alcuni Aquiloni la traversa è collegata alle "stecche alari" mediante dei "Giunti" in materiale plastico. 

Vela

la parte in tessuto impermeabile all’aria: cartene (buste della spesa o quelle dei negozi d’abbigliamento), confezione delle uova pasquali, carta velina, carta modelli (la carta è più leggera, ma assai più delicata). Possiamo acquistare in cartoleria i rotoli di materiale per rivestire i libri: sono colorati e costano poco.

Misure

occorre usare una squadretta e una riga da disegno; in mancanza basta un metro da sarta.

Taglio

tutti i pezzi di vela (ferzi) vanno segnati a matita e poi tagliati con precisione usando un paio di forbici o un taglierino; i pezzi di telaio possono essere tagliati con le forbici o con un coltello da cucina a lama seghettata: i bambini devono eseguire queste operazioni sotto il controllo di un adulto.

Dime

se pensate di costruire più volte lo stesso aquilone (ad esempio con materiale migliore, se quello di prova in carta velina vola bene), preparate le forme dei ferzi con un cartoncino bristol.

Cuciture

per giuntare i ferzi useremo pezzi di scotch trasparente; qualche punto soggetto a sforzo richiede l’uso del nastro telato: in mancanza sovrapporremo più strati di scotch sottile.

Briglia

è l’insieme dei "Fili" dove si attacca il cavo (o i cavi) di guida; la briglia è fissata all’aquilone sul Punto di Briglia (o su più punti). L’aquilone deve restare in equilibrio destra-sinistra se viene sollevato (capovolto) per la briglia, e, in genere, formare un angolo di 15° con l’orizzontale (l’assetto in volo andrà comunque rettificato).

Cavo di ritenuta

 

filo fissato alla Briglia con un nodo “a bocca di lupo”, che permette di tenere l’aquilone;  si può usare un laccetto cerato oppure cordicella per riparare le reti; in mancanza può andar bene un gomitolo di spago sottile per pacchi (un po’ pesante e sensibile all’umidità) o una lenza di nylon (che però ha la brutta abitudine di aggrovigliarsi); lo spessore del filo è proporzionale alla grandezza della vela e, quindi, alla portanza dell’aquilone; con vento forte usare i guanti per evitare di tagliarsi le mani.  Il cavo non è mai perfettamente in linea retta ma forma una pancia, più o meno accentuata a seconda della lunghezza del cavo, del suo peso, della resistenza aerodinamica e della spinta del vento: la massima altezza possibile si raggiunge quando il peso del cavo è uguale alla capacità di sollevamento dell’aquilone; filando ancora cavo l’aquilone non sale più ma si allontana nella direzione del vento.     

Rocchetto

pezzo di plastica o di compensato lungo un palmo su cui arrotolare il cavo: un estremo del cavo va fissato ad uno spacco laterale prima di arrotolare (come fa qualsiasi pescatore per non perdere la lenza).

Naso

è la punta dell’aquilone, quella rivolta verso il vento.

Coda

è la poppa dell’aquilone.

Code

nastri colorati applicati alla parte posteriore dell’aquilone per stabilizzarne il volo, o anche solo a scopo decorativo.